Al giorno d’oggi e nella società in cui viviamo, ssere una bella ragazza (o ragazzo) è senza dubbio una risorsa sociale, ma pare che renda persino più difficile trovare l'anima gemella.
È bella, è fantastica, è sola! Per quanto possa sembrare strano, essere belli (o belli) non rende più facile trovare l'anima gemella. Per capire questo apparente paradosso, bisogna ricordare che, mentre ognuno di noi può giurare con la mano sul cuore che "non si tratta di aspetto", il fatto è che quando si prendono coppie a caso, di solito sono ben assortite fisicamente. Il bello con il bello, il medio con il medio, il non bello con il non bello. Di solito, perché ci sono delle eccezioni.
La scelta in amore
Nel 2008, psicologi americani e olandesi studiando le coppie sposate hanno scoperto che la stragrande maggioranza dei coniugi trova i loro partner belli, con un punteggio medio di 8/10 e tre quarti dei punteggi superiori a 7/10. Dieci anni prima, lo psicologo Matthew Montoya, allora all'Università del North Carolina, ha trovato la stessa tendenza a valutare positivamente i partner occasionali, con tutti loro con un punteggio almeno medio. La ragione per cui la maggior parte delle coppie tende a formarsi con fisici uguali (o presumibilmente uguali) è che, secondo Montoya, abbiamo inconsciamente impostato una gamma di bellezza entro la quale cerchiamo il nostro partner: non meno bello di noi stessi, ma nemmeno troppo bello, quasi a voler mantenere una sorta di equilibrio che non vogliamo sbilanciare eccessivamente.
La maledizione della bellezza
In altre parole, raramente osiamo tentare di sedurre qualcuno più bello di noi, o più precisamente, in termini di 'ciò che pensiamo di noi stessi' (alcune persone si sottovalutano, altre si sopravvalutano!). Il corollario è che più si è belli, meno si trovano gli altri, il che riduce la gamma delle scelte possibili. Il mercato delle persone fisicamente perfette è più piccolo di quanto pensiamo. Per fortuna, ci sono molti altri criteri che entrano nella formazione delle coppie e l'attrazione fisica (anche soggettiva) non è l'alfa e l'omega della compatibilità amorosa.
Tre anni fa, Paul Eastwick e Lucy Hunt, dell'Università del Texas a Austin, hanno dimostrato in una serie di studi che gli individui avevano opinioni molto personali su chi fosse attraente, intelligente o popolare in un gruppo di studenti appena formato e che più il gruppo era familiare tra loro, maggiori erano le differenze di giudizio. Soprattutto, i ricercatori hanno notato che mentre "alcuni partecipanti sono stati veloci ad impegnarsi in una relazione sessuale dopo l'incontro", la maggior parte "ha preso tempo per conoscere l'altro prima di perseguire o iniziare una relazione romantica".
Inoltre si è visto che è ricorrente fare scelte ben diverse in base al periodo della vita in cui ci si trova: i soggetti più giovani infatti, tendono a ricercare un partner almeno bello tanto quanto se stesso, mentre man mano che si cresce gli “standard” sembrano calare, quasi a voler vedere oltre l’aspetto fisico e badare più al contenuto.